IL GRUPPO DEL ROSARIO DELLA PACE, si incontra in parrocchia, ogni secondo lunedì del mese, nella chiesa Santa Maria degli Angeli, nella borgata di Partanna-Mondello a Palermo, in Via Lorenzo Jandolino 117.
INIZIO PROGRAMMA: ore 16,30 Presentazione ed accoglienza del Parroco, padre Pasquale Della Corte, ore 16,45 Adorazione Eucaristica, ore 17,00 Recita del Santo Rosario, ore 18,00 Celebrazione Santa Messa. Tutto è animato, con canti e lettura dei messaggi della Regina della Pace...
CARISMA DE GRUPPO DEL ROSARIO: è di essere strumento della Nuova Evangelizzazione della Pace, al servizio della Chiesa Cattolica del Terzo Millennio, che si impegna ad annunciare la Parola di Dio, la Buona Novella e la Dottrina Cristiana.

Il Blog è consacrato alla Regina della Pace, a San Michele Arcangelo e a San Giuseppe.

Pace e bene!!!

VENITECI A TROVARE PER PREGARE INSIEME IL SANTO ROSARIO, VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!

per chi volesse, la Madonnina di Medjugorje, a casa propria e in famiglia, per formare un cenacolo del rosario, può contattare la sig.ra Anna Maria al cell. 339/6090931 oppure padre Pasquale in parrocchia al 091/450773, è dovere di ogni cristiano pregare il rosario ogni giorno pace e bene!

"La fede non è alienazione, ma cammino di verità per prepararsi a vedere il volto meraviglioso di Dio!" (Papa Francesco)


domenica 19 gennaio 2014

Miracolato a Lourdes, missionario laico di Palermo: Biagio Conte della Comunità Speranza e Carità

"Miracolato" a Lourdes il missionario palermitano Biagio Conte

Il laico celebre perché ha creato dal nulla la Missione di speranza e carità che accoglie oltre 900 persone e sostiene migliaia di famiglie era da anni su una sedia a rotelle. Dopo un bagno nella vasca si è alzato e ha ripreso a camminare

Mariateresa Conti - Ven, 17/01/2014 - 16:07
Era andato a Lourdes per accompagnare i malati. E quel bagno nella vasca quasi non voleva farlo, preferendo cedere il posto a quei bisognosi cui ha dedicato tutta una vita. Ma Biagio Conte, 50 anni, il missionario laico celebre a Palermo perché da nulla ha creato tre strutture che assistono gli ultimi e danno sostegno a migliaia di famiglie, si è bagnato nelle acque di Lourdes. E dopo quel bagno ha messo da canto la sedia a rotelle su cui era costretto da quasi dieci anni, per uno schiacciamento delle vertebre che non gli permetteva più di camminare.
Si grida al miracolo, a Palermo, per l'inspiegabile guarigione di uno che di miracoli ne ha fatti tanti, visto che la sua Missione di speranza e carità, che nel tempo si è fatta in tre con altrettante strutture che accolgono circa 900 persone in difficoltà e danno sostegno a migliaia di famiglie. A dare la notizia di quanto era successo a Biagio a Lourdes è stata la stessa Curia, che ha raccontato la storia attraverso la newslettere della diocesi. Lo conoscono tutti, a Palermo e non solo, Biagio Conte. Divenne celebre in tutta Italia nei primi anni Novanta, quando di lui, figlio di un imprenditore apparentemente scomparso nel nulla si occupò la trasmissione «Chi l'ha visto?». Non era scomparso, Biagio. Aveva solo scelto una via di povertà e di dedizione agli ultimi, nello spirito di San Francesco. E così aveva deciso di fare un pellegrinaggio a piedi, da Palermo ad Assisi. Solo con il suo bastone e il cane incontrato lungo il suo viaggio, Libertà.
Ne ha fatta di strada, da allora, Biagio Conte. A suon di proteste e digiuni ha «conquistato» a Palermo tre strutture abbandonate, trasformandole in altrettante case per i poveri, gli ultimi, i bisognosi. Da molti anni, almeno una decina, era costretto sulla sedia a rotelle per uno schiacciamento delle vertebre. Ma questo non gli ha impedito di continuare a occuparsi dei suoi poveri, costantemente. E proprio mentre era a Lourdes con i suoi poveri è arrivata questa strana guarigione. «È stata una grazia inaspettata - racconta Biagio - che ho ricevuto dal buon Dio che ha incaricato la sua madre Maria. Io ho sempre avuto a cuore la Vergine, ma non mi ero mai recato nel santuario di Lourdes, un viaggio che è stato possibile grazie all'Unitalsi che mi ha invitato insieme ai malati. Io non pretendevo nulla ed anzi ho dato la precedenza agli altri malati. Poi mi sono deciso e subito dopo essermi immerso ho avvertito come un fuoco dentro che mi ha permesso di tornare non a camminare, ma a correre verso le tante persone che me lo chiedono. Dopo il bagno in piscina non ho sentito più il bisogno della sedia a rotelle - continua il missionario laico- e del bastone che però non lascio perché mi ricorda il viaggio fatto nel '90 da Palermo ad Assisi, infatti da allora lo porto sempre con me e adesso mi fa riassaporare i momenti in cui correvo da una parte all'altra della città».
A dare il crisma dell'ufficialità alla notizia, la newsletter della diocesi diPalermo, che espressamente parla di possibile miracolo titolando: «Biagio Conte torna a camminare grazie all'intercessione della Madonna di Lourdes». Una bella favola. Che il regista Pasquale Scimeca, che su Biagio Conte ha in cantiere un film, potrà aggiungere alla sua sceneggatura.
http://www.ilgiornale.it/tag/biagio-conte-67410.html

Scatta l'ora X di Medjugorje. Francesco decide sul dossier dei teologi

DA IL FOGLIO DI FERRARA
18 gennaio 2014 - ore 06:59

Scatta l’ora X di Medjugorje. Francesco decide sul dossier dei teologi

Il giudizio del Papa sulle apparizioni di Medjugorje si avvicina. Giovedì,
in Vaticano, è stato ricevuto il cardinale bosniaco Vinko Puljic,
arcivescovo di Sarajevo. Da ieri, è a Roma anche il cardinale Josip Bozanic,
arcivescovo di Zagabria. Fonti croate hanno poi spiegato che il dossier su
cui lavora da tempo la commissione guidata da Camillo Ruini sta per essere
posato sul tavolo di Francesco. Con i sigilli del caso, a rimarcare la
delicatezza del contenuto e l’importanza della materia. Quattro anni di
lavoro per il gruppo di teologi, medici, psicologi ed esperti di mariologia
istituito da Benedetto XVI e chiamato a dire se nelle apparizioni della
Madonna sulla collinetta di un paesino dell’Erzegovina ci sia del
soprannaturale. La vicenda va avanti da più di un trentennio, e da Roma non
è ancora giunta una risposta definitiva.

L’aspetto più delicato e controverso è che quello delle apparizioni è un
fenomeno tutt’altro che concluso. Continua, a cadenza seriale, ed è perfino
delocalizzato. I veggenti, cioè, vedono la “giovane donna bellissima”
ovunque si trovino. Anche a migliaia di chilometri da Medjugorje, anche
oltreoceano. Un aspetto, questo, che ha spinto lo scorso ottobre il prefetto
della congregazione per la Dottrina della fede, il teologo Gerhard Müller, a
vietare ai cattolici americani di partecipare a “riunioni, conferenze e
pubbliche celebrazioni” in cui sia data per certa la credibilità delle
apparizioni di Medjugorje. L’obiettivo della lettera inviata dal capo dell’ex
Sant’Uffizio al nunzio a Washington, monsignor Viganò, era di evitare che
folle immense partecipassero agli eventi organizzati da Ivan Dragicevic, uno
dei veggenti che si dice in contatto con la Vergine.

La posizione della chiesa al momento è sempre quella del 1991, spiegava
Müller: finché il Pontefice non si esprimerà in proposito, non è possibile
classificare quei fenomeni come soprannaturali. Un provvedimento, quello del
prefetto, diretto alle diocesi d’America, ma presto preso a esempio anche in
Europa. A stretto giro, infatti, gli episcopati di Madrid, Siviglia e Toledo
chiarivano che “per evitare scandalo e confusione tra il popolo di Dio”,
sarebbe stato meglio porre qualche opportuno paletto. In virtù di ciò, si
legge nel comunicato dell’arcivescovado di Toledo – che è anche sede del
primate di Spagna –, “non è permesso al clero né ai fedeli partecipare a
incontri, conferenze durante i quali si dia per certa la credibilità di tali
apparizioni”. Non aiuta a districarsi nella vicenda neppure il fatto che il
clero (anche quello ai più alti livelli) sia diviso, lacerato. Così, se il
vescovo di Mostar è convinto che in cima a quella collinetta non ci sia
nulla di soprannaturale e mistico, e che la Madonna mai sia apparsa in
quelle zone, ci sono eminentissimi prìncipi della chiesa persuasi del
contrario. Il cardinale Schönborn, ad esempio, che nella cattedrale di Santo
Stefano a Vienna accoglie e fa parlare più volte l’anno i veggenti, con un’affluenza
di pubblico che raggiunge anche le cinquemila persone.

In tutto questo, c’è l’enigma rappresentato dal Papa. Che dirà Francesco?
Come giudicherà il dossier faticosamente compilato dalla commissione
istituita nel 2010 da Ratzinger? Poco prima di decollare alla volta di Roma
per il Conclave, lo scorso marzo, il cardinale Bergoglio autorizzava i
fedeli della capitale argentina a partecipare a riunioni e conferenze con
Ivan Dragicevic. In cinquemila presenziarono all’evento del 4 marzo al
Microestadio Malvinas, addirittura in diecimila all’appuntamento di due
giorni dopo al luna park di Buenos Aires. Il tutto con l’approvazione dell’arcivescovo.
Il copione degli eventi, sempre lo stesso: rosario, messa e apparizione
della Madonna. Non irrilevante è poi il fatto che il confessore di Bergoglio
dal 2010 fosse padre Berislav Ostojic, francescano giunto in Argentina da
Citluk, villaggio a pochi passi da Medjugorje. E i francescani, favorevoli
al riconoscimento delle apparizioni, da trent’anni sono in rotta con le
gerarchie ecclesiastiche locali. Ma questo accadeva prima del 13 marzo 2013.
Una volta eletto Papa, Bergoglio ha lasciato intendere che sulla questione
bisogna invece essere prudenti.

Si esprimeva così, il 14 novembre scorso, a Santa Marta: “La curiosità ci
spinge a voler sentire che il Signore è qua oppure è là; o ci fa dire: ‘Ma
io conosco un veggente, una veggente, che riceve lettere della Madonna,
messaggi dalla Madonna’. Ma la Madonna è Madre! Non è un capoufficio della
Posta, per inviare messaggi tutti i giorni. Queste novità allontanano dal
Vangelo, dalla pace e dalla sapienza, dalla gloria di Dio, dalla bellezza di
Dio”. Perché “Gesù dice che il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione:
viene nella saggezza”.

© - FOGLIO QUOTIDIANO
di Matteo Matzuzzi – @matteomatzuzzi
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Perchè Medjugorje non sarà bocciata

di Antonio Socci
Novità per Medjugorje. Venerdì scorso ha ufficialmente concluso i suoi
lavori la Commissione internazionale di inchiesta, istituita da Benedetto
XVI e presieduta dal cardinale Camillo Ruini, sulle apparizioni della
Madonna iniziate nel 1981.

I risultati dello studio di questa Commissione, che ha interrogato i
protagonisti e molti testimoni, sono adesso nelle mani della Congregazione
per la dottrina della fede.

Ci sarà un pronunciamento? Forse. Ma cosa c’è da aspettarsi?



IL CRITERIO DI GESU’



Dovrebbero essere del tutto improbabili sia una bocciatura che condanni il
fenomeno Medjugorje come una truffa da cui guardarsi; sia un riconoscimento
ufficiale della soprannaturalità delle apparizioni, che non può essere fatto
finché il caso è in svolgimento.

La prima ipotesi è da escludere per una miriade di motivi che sono
sintetizzati nel criterio di giudizio fornito da Gesù stesso nel Vangelo:
“non c’è albero buono che dia frutti cattivi, né albero cattivo che dia
frutti buoni. Ogni albero si riconosce dai suoi frutti” (Lc 6, 43-44).

I frutti di Medjugorje sono straordinari.

Questo fenomeno – come ebbe a dire Vittorio Messori – rappresenta “il
maggior movimento di masse cattoliche del postconcilio”. E soprattutto il
maggior movimento di conversione di massa, perché da più di trent’anni lì si
verificano miriadi di conversioni: tanti tornano alla fede, ai sacramenti,
alla preghiera e alla penitenza, in un mondo che invece ha imboccato
velocemente la china opposta, quella dell’anticristianesimo accanito.

A Medjugorje si torna alla fede della Chiesa, perfettamente ortodossa,
fedele al Papa e ai vescovi. Un fatto molto significativo se si considera
che sono dilagate, nel postconcilio, dottrine eretiche, disobbedienza e resa
alle ideologie, non solo fra i fedeli, ma anche fra teologi ed ecclesiastici
(provocando apostasia, abbandoni di massa del sacerdozio, scismi chiassosi e
silenziosi).

Il miracolo delle tantissime conversioni è stato accompagnato anche – come
nei Vangeli e in tutte le grandi apparizioni – da segni straordinari, come
le tante guarigioni inspiegabili dal punto di vista della medicina, le quali
forniscono l’evidenza della presenza della Madonna.

Anche di recente un italiano di 37 anni, Cristian, sposato e con due figli,
ammalato di Sla dal 2008, arrivato da Cosenza a Medjugorje il 22 settembre
in pellegrinaggio, immobilizzato su una sedia a rotelle, alla collina delle
apparizioni ha ricominciato a camminare e ora sta tornano alla vita normale.
Sono in corso tutte le verifiche scientifiche e i medici sono sbalorditi
perché è noto che dalla Sla non è umanamente possibile guarire.

Un altro segno nel segno, della bontà di Medjugorje, è rappresentato dalla
quantità di vocazioni che proprio da lì sono fiorite. Anche in questo caso
in controtendenza rispetto a quanto accade dovunque.

Il movimento di evangelizzazione che è nato dalle apparizioni di Medjugorje
peraltro si diffonde con tantissimi gruppi di preghiera in tutto il globo e
anche con nuovi sistemi missionari che hanno una forte incidenza fra la
gente: basti pensare al fenomeno rappresentato in Italia da “Radio Maria”,
che è forse il mezzo di evangelizzazione (e di formazione cristiana) più
efficace e capillare nel nostro Paese (e “Radio Maria” è ormai arrivata in
altri settanta Paesi del mondo).



IL GIUDIZIO DI WOJTYLA



Non a caso Giovanni Paolo II, che era personalmente un convinto sostenitore
di queste apparizioni, arrivò a dire: “Medjugorje è il centro spirituale del
mondo”.

Il 24 novembre 1993, ricevendo i vescovi dell’Oceano Indiano e poi
conversando con loro a cena, il Pontefice – a proposito dei messaggi della
Madonna a Medjugorje – disse: “Questi messaggi sono la chiave per
comprendere ciò che avviene e ciò che avverrà nel mondo”.

Naturalmente papa Wojtyla non volle forzare le tappe. Anche perché la Chiesa
non può riconoscere l’autenticità di un fatto soprannaturale mentre è ancora
in corso.

Le apparizioni infatti continuano ancora e questo è il principale motivo per
cui non c’è assolutamente da attendersi che la Chiesa riconosca oggi
ufficialmente Medjugorje.

Oltretutto per la dottrina della Chiesa anche apparizioni riconosciute come
Lourdes o Fatima sono proposte ai credenti come aiuto alla fede, ma non sono
vincolanti. Non è obbligatorio per un cattolico credervi.

La rivelazione cristiana infatti si è conclusa con la morte dell’ultimo
apostolo e tutti gli avvenimenti soprannaturali che, nel corso dei secoli,
hanno “mostrato” la permanente presenza di Gesù Cristo vivo e operante fra i
suoi, nella Chiesa, aiutano la fede, fanno “toccare con mano”, ma non
aggiungono nulla alla rivelazione.



IL PRECEDENTE



Dunque cosa c’è da attendersi dall’eventuale pronunciamento della
Congregazione per la dottrina della fede? Probabilmente una posizione
attendista, simile a quella che assunsero, con la dichiarazione di Zara del
10 aprile 1991, i vescovi della ex Jugoslavia.

Questa fu la formula che usarono: “Sulla base delle indagini finora
condotte, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di
rivelazioni soprannaturali”.

Diversamente da ciò che potrebbe sembrare, questa formula (“finora non è
possibile affermare che si tratti di apparizioni”) non era affatto una
bocciatura: lo sarebbe stata se invece i vescovi avessero dichiarato:
“affermiamo che non si tratta di apparizioni soprannaturali”. Se avessero
cioè usato la formula “consta della non soprannaturalità delle apparizioni
di Medjugorje” (quella che era sostenuta dal vescovo di Mostar).

Invece la formula usata nel 1991 è una posizione di attesa, che – come disse
il cardinal Bertone, segretario di Stato di Benedetto XVI – “lascia la porta
aperta a future indagini. La verifica deve perciò andare avanti”.

In effetti i fedeli non furono diffidati dal recarsi a Medjugorje e dal
seguire i messaggi della Madonna e c’è da star sicuri che se questi
contenessero qualcosa di pericoloso per la fede, la Chiesa sarebbe subito
intervenuta con un fermo divieto. Il silenzio della Chiesa è insomma un
tacito consenso alla devozione.



TEMPI ECCEZIONALI



Quello che c’è da aspettarsi – e che in parte è già accaduto con un recente
documento della Congregazione per la dottrina della fede – è semmai una
regolazione di questa devozione popolare.

Non sono ammesse quelle manifestazioni – come le apparizioni ai veggenti di
Medjugorje in chiese o cattedrali – che sottintendono una già avvenuta
approvazione ufficiale da parte della Chiesa.

Ma questo è un comprensibile e salutare principio di ordine il cui effetto
probabilmente sarà quello di convogliare più pellegrini a Medjugorje come
centro di preghiera e santuario mariano.

In fin dei conti, trattandosi di una parrocchia della Chiesa cattolica,
tutto resta sempre ben sicuro sotto il manto e lo sguardo materno della
Chiesa.

Dunque, alla fine, siamo davanti al fatto nudo e crudo: le apparizioni della
Madonna che proseguono tuttora, da più di trent’anni, e chiamano alla
conversione per salvare il mondo e l’umanità da una rovina temporale e dalla
rovina eterna.

La durata delle apparizioni non è straordinaria in sé perché a Laus la
Madonna apparve alla pastorella Benedetta Rencurel dal 1664 al 1718, quindi
per 54 anni (tali apparizioni sono state riconosciute dall’autorità
ecclesiastica nel 2008 e questo la dice lunga sui tempi della Chiesa).

Ma nel caso di Medjugorje sono apparizioni pubbliche, con messaggi pubblici
rivolti ai cristiani e all’intera umanità. Non essendo mai accaduto un fatto
smile in duemila anni di storia della Chiesa, c’è da ritenere che se ciò si
verifica oggi è perché i tempi richiedono un intervento straordinario del
Cielo.

D’altronde a Medjugorje la Madonna ha dichiarato di essere venuta per
compiere ciò che aveva iniziato a Fatima, con la sua grande profezia sulla
tragedia del XX secolo.

Lo scrittore Paul Claudel già definì Fatima “il più importante evento
religioso del secolo”. Se si lega a Medjugorje siamo davanti a un mistero
straordinario che riguarda il nostro tempo.



Antonio Socci



Da “Libero”, 19 gennaio 2014

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