IL GRUPPO DEL ROSARIO DELLA PACE, si incontra in parrocchia, ogni secondo lunedì del mese, nella chiesa Santa Maria degli Angeli, nella borgata di Partanna-Mondello a Palermo, in Via Lorenzo Jandolino 117.
INIZIO PROGRAMMA: ore 16,30 Presentazione ed accoglienza del Parroco, padre Pasquale Della Corte, ore 16,45 Adorazione Eucaristica, ore 17,00 Recita del Santo Rosario, ore 18,00 Celebrazione Santa Messa. Tutto è animato, con canti e lettura dei messaggi della Regina della Pace...
CARISMA DE GRUPPO DEL ROSARIO: è di essere strumento della Nuova Evangelizzazione della Pace, al servizio della Chiesa Cattolica del Terzo Millennio, che si impegna ad annunciare la Parola di Dio, la Buona Novella e la Dottrina Cristiana.

Il Blog è consacrato alla Regina della Pace, a San Michele Arcangelo e a San Giuseppe.

Pace e bene!!!

VENITECI A TROVARE PER PREGARE INSIEME IL SANTO ROSARIO, VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!

per chi volesse, la Madonnina di Medjugorje, a casa propria e in famiglia, per formare un cenacolo del rosario, può contattare la sig.ra Anna Maria al cell. 339/6090931 oppure padre Pasquale in parrocchia al 091/450773, è dovere di ogni cristiano pregare il rosario ogni giorno pace e bene!

"La fede non è alienazione, ma cammino di verità per prepararsi a vedere il volto meraviglioso di Dio!" (Papa Francesco)


giovedì 28 febbraio 2013

GESU' CI INSEGNA ...


DIO E' QUESTO ... AMORE!!!


AMORE ....


"Se amate qualcuno per la sua bellezza non è amore ma desiderio...
Se amate qualcuno per la sua intelligenza non è amore ma ammirazione...
Se amate qualcuno per la sua ricchezza non è amore ma interesse...
Se amate qualcuno e non sapete il perché, questo è amore."  

MESSAGGI DI QUARESIMA


Figli miei!
Sono felice per tutte le rinunzie che state facendo in questa Quaresima, ma mi è particolarmente gradita la rinuncia al peccato.
Cari figli, date un impulso agli altri per la conversione, la pace, il cambiamento di vita.
Siate voi la luce che illumina!
Date amore alla gente!
Mostrate a tutti il vostro amore!
(Messaggio del 22 febbraio 1988 dato al gruppo di preghiera di Jelena) 
Figli cari!
Desidero che adoriate incessantemente Gesù insieme a me.
Figli miei, donatevi a lui!
Donatevi a Gesù che ha accettato di patire atroci sofferenze nel suo corpo fino a versare tutto il suo sangue per il mondo intero.
Non lasciate che questi giorni terreni vi conducano alla perdizione, ma accettate tutto quello che Gesù ha patito insieme a me.
Io vi benedico.
(Messaggio del 21 marzo 1989 dato al gruppo di preghiera di Jelena)
 tratto: informazioni_da_medjugorje


News da Radio Maria

Cari amici,
nel suo messaggio del 25 Febbraio la Madonna non ha fatto nessun accenno alla situazione particolare della Chiesa, riguardo alla quale scorrono fiumi di parole. 
Ciò che alla Madonna sta a cuore è il cammino di preghiera e di conversione che ognuno è chiamato a compiere in questo tempo di Quaresima.
La Madre esorta i suoi figli a non cedere al peccato che trascina verso le cose terrene. Chiede di prendere una decisione ferma per la santità, in modo tale che il cammino spirituale diventi semplice e gioioso.
Ci ammonisce a non venire a patti col male, perchè è una forza che logora le nostre energie fino a distruggerci. Solo con una ferma rinuncia a satana e alle sue seduzioni ci sentiamo liberi e procediamo spediti nel cammino.
La Madonna non ha parlato del Papa, ma ha fatto molto di più. Lo ha mostrato alla Chiesa, come pochi prima lo avevano visto, un'immagine viva di Maria, che irradia bontà, sapienza e umiltà.
La Chiesa, come il suo Signore, è chiamata a fare fronte alle tentazioni e alla persecuzioni. Ma è questa la via che conduce alla gioia della Pasqua.

Vostro Padre Livio

Radio Maria è un marchio registrato di proprietà dell'associazione Radio Maria

mercoledì 27 febbraio 2013

Giallo a Trapani, ucciso un prete Don Michele trovato nel suo letto

Padre Michele Di Stefano (nella foto) è stato trovato morto nella sua stanza a Ummari, frazione di Trapani, da un parrocchiano di Fulgatore. Sarebbe stato ucciso con un colpo alla testa.

TRAPANI - Avrebbe compiuto 80 anni a ottobre, ma qualcuno ha deciso d'impedirglielo. Padre Michele Di Stefano, della parrocchia di Ummari, frazione di Trapani, è stato ucciso con un colpo alla testa. Lo ha ritrovato senza vita sul suo letto un parrocchiano di un'altra sua parrocchia, quella della vicina Fulgatore. E' entrato in casa e ha trovato la porta aperta. Il prete era sul letto. La casa è stata trovata in ordine. Il parrocchiano, ex vicino di casa di padre Di Stefano, ha lanciato l'allarme chiamando i carabinieri. Si era recato a casa del prete su richiesta della sorella di padre Di Stefano, che si era insospettita per il ritardo del fratello che l'avrebbe dovuta raggiungere a Calatafimi per pranzare assieme. La signora Pina ha chiesto al marito, Vito Accardo, di fare qualcosa. Da qui la telefonata al parrocchiano che, da Fulgatore, si è diretto nella vicina Ummari per vedere cosa fosse accaduto. I carabinieri hanno transennato l'area e atteso il medico legale e il magistrato. L'indagine è stata affidata al sostituto procuratore Massimo Palmeri.

I primi rilievi hanno fatto emergere che una delle finestre della casa è stata forzata. In un primo momento era stato detto che il prete si trovava all'interno della canonica, ma in realtà era nella sua stanza da letto. Padre Di Stefano era ad Ummari da 3 anni e 6 mesi dopo essere stato parroco della Chiesa di Fulgatore per 42 anni. E' stato colpito con un oggetto contundente, forse un bastone di legno (ne sarebbero stati trovati dei frammenti).

L'amministratore apostolico della Diocesi di Trapani, monsignor Alessandro Plotti, l'ha voluto ricordare come “uomo buono, cordiale e zelante”. Ha aggiunto che “la morte improvvisa di un prete è per il vescovo sempre motivo di dolore e di sorpresa. Ma quando questa morte è frutto di violenza omicida lascia tutta la comunità ecclesiale nella desolazione e nel buio, perché ci si chiede quali gravi motivi abbiano armato la mano criminale per uccidere la sua vittima nel sonno”. Anche il vicario generale don Liborio Palmeri ha voluto rimarcare la personalità di padre Di Stefano: “Lo ricordiamo per il suo tratto umano che lo rendeva particolarmente gioviale e vicino alla sua gente”. Tra i primi ad accorrere ad Ummari è stato il deputato regionale Mimmo Fazio: “Lo conoscevo da quando avevo sei anni. E' stata la mia guida spirituale”. Per l'ex consigliere comunale di Trapani Peppe Pellegrino “era un prete generoso. In tanti sapevano che era sempre a disposizione e quando poteva aiutava anche dando soldi”. Sia Fazio che Pellegrino sono della frazione di Fulgatore.
Ultima modifica: 26 Febbraio ore 22:16

Sacerdote morto nella canonica giallo in provincia di Trapani

Don Michele Di Stefano, 80 anni, è stato ritrovato con il cranio fracassato all'interno della sua canonica. Si ipotizza un omicidio
di LAURA SPANO'
TRAPANI - Un anziano parroco, don Michele Di Stefano, 80 anni, è stato trovato morto a Ummari, una frazione di Trapani, all'interno della canonica della chiesa di Gesu', Maria e Giuseppe. L'anziano prete, che fino a qualche tempo fa era parroco del vicino paese di Fulgatore, era fratello dell'ex sindaco di Calatafimi. 

Secondo le prime notizie, dovrebbe trattarsi di un omicidio avvenuto durante un tentativo di rapina: don Michele è stato ritrovato con il cranio fracassato e tutto l'arredo della canonica era a soqquadro. Ad accorgersi del delitto è stato un suo ex vicino di casa di Fulgatore, inviato dai familiari di don Michele in chiesa: alle 14 di oggi il prete avrebbe dovuto essere ospite a pranzo dai suoi parenti. Questi ultimi, non avendone notizie, dopo aver tentato invano di rintracciare don Michele al telefono, hanno chiesto al vicino di fare un salto nella chiesa di Ummari per accertarsi che tutto andasse bene. Da lì la terribile scoperta. A Ummari, dove sono accorse le forze dell'ordine, ci sono anche i familiari del sacerdote. I rilievi sono ancora in corso. (26.02.2013)
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2013/02/26/news/sacerdote_morto_nella_canonica_giallo_in_provincia_di_trapani-53473988/

martedì 26 febbraio 2013

LE CROCI DELLA VITA...


Un uomo viaggiava, portando sulle spalle tante Croci, pesantissime!
Era ansante, trafelato, oppresso e, passando un giorno davanti ad un Crocifisso,
se ne lamentò con il Signore così:
"Ah! Signore, io ho imparato, nel Catechismo, che tu ci hai creato per conoscerti, amarti e servirti...
Ma, invece, mi sembra di essere stato creato soltanto per portare le Croci!
Me ne hai date tante, e così pesanti, che io non ho più la forza di portarle!".
Il Signore, però, gli disse:
"Vieni qui, figlio mio! Posa queste Croci per terra, ed esaminiamole un poco...
Ecco, questa è la più grossa, e la più pesante; guarda che cosa c'è scritto sopra!".
Quell'uomo guardò, e lesse questa parola: sensualità.
"Lo vedi?", disse il Signore. "Questa Croce non te l'ho data io, ma te la sei fabbricata da solo!
Hai avuto troppa smania di godere, sei andato in cerca di piaceri, di golosità, di divertimenti...
Hai pensato che nella vita bastasse questo, per essere felice,
ed invece hai trovato il vuoto, la povertà e i rimorsi!".
"Purtroppo, è vero!", soggiunse l'uomo.
"Questa Croce l'ho fabbricata io... È giusto che io la porti!".
Sollevò da terra quella Croce, e se la pose di nuovo sulle spalle.
Il Signore continuò: "Guarda quest'altra Croce!
C'è scritto sopra: ambizione.
Anche questa l'hai fabbricata tu, non te l'ho data io!
Hai avuto troppo desiderio di salire in alto, di occupare i primi posti, di stare al di sopra degli altri...
E, di conseguenza, hai avuto odio, persecuzione, calunnie, disinganni!".
"È vero, è vero! Anche questa Croce l'ho fabbricata io!
È giusto che io la porti!".
Sollevò da terra quella seconda Croce, e se la mise sulle spalle.
Il Signore additò altre Croci, e disse:
"Leggi! Su questa, c'è scritto: gelosia; su quell'altra: avarizia; su quest'altra...".
"Ho capito, ho capito, Signore! È troppo giusto, quello che tu dici!".
E, prima che il Signore avesse finito di parlare,
il povero uomo aveva raccolto da terra tutte le sue Croci, e se l'era poste sulle spalle.
Per ultima, era rimasta per terra una "Crocetta", piccola piccola,
e, quando l'uomo la sollevò, per porsela sulle spalle, esclamò:
"Oh! Com'è piccola, questa! E pesa poco!".
Guardò quello che c'era scritto sopra, e lesse queste parole:"La Croce di Gesù".
Vivamente commosso, sollevò lo sguardo verso il Signore, ed esclamò:
"Quanto sei buono!".
Poi, baciò quella Croce, con grande affetto...
E il Signore gli disse:
"Vedi, figlio mio, questa piccola Croce te l'ho data io, ma te l'ho data con amore di Padre;
te l'ho data, perché voglio farti acquistare merito, con la pazienza;
te l'ho data, perché tu possa somigliare a me, e starmi vicino, per giungere al Cielo;
perché io l'ho detto:
«Chi vuole venire dietro a me, prenda la sua Croce, ogni giorno, e mi segua!».
Ma ho detto anche: «Il mio giogo è soave, e il mio peso è leggero!»".
L'uomo delle Croci riprese, silenzioso, il cammino della vita;
fece ogni sforzo per correggersi dei suoi vizi,
e si diede con ogni premura a conoscere, amare e servire Dio...
Le Croci più grosse e più pesanti caddero, una dopo l'altra, dalle sue spalle,
e gli rimase soltanto quella di Gesù!
Questa se la tenne stretta al cuore, fino all'ultimo giorno della sua vita,
e, quando arrivò al termine del viaggio,
quella Croce gli servì da chiave, per aprire la porta del Paradiso!
"A volte, ci lamentiamo, delle Croci della Vita!
Ma, spesso, queste Croci, le costruiamo noi...".
Medito con voi e porto la croce con voi, in abbraccio 

Maria Maistrini

Messaggio del 25 febbraio 2013 a Marija con commento di padre Armando



Messaggio del 25 febbraio 2013

“Cari figli! Anche oggi vi invito alla preghiera. Il peccato vi attira verso le cose terrene ma io sono venuta per guidarvi verso la santità e verso le cose di Dio ma voi lottate e sprecate le vostre energie nella lotta tra il bene e il male che sono dentro di voi. Perciò figlioli, pregate, pregate, pregate affinché la preghiera diventi gioia per voi e la vostra vita diventerà un semplice cammino verso Dio.  Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”


Commento personale di padre Armando
E’ un Messaggio chiaro! Chi vuol capire non ha bisogno di molte parole.
La Regina della Pace paragona la vita terrena a “un cammino” verso Dio, e in realtà lo è: il cammino dalla terra verso il Cielo, dal tempo all’Eternità.
Purtroppo dobbiamo fare i conti col male e col peccato, che ci trascina giú, che impegna molte nostre energie e che ci tiene in mezzo al guado, che ci tiene ancora in scacco, per non dire “in pugno”, perché non preghiamo o preghiamo troppo poco.
E’ da sottolineare questo triplice invito alla preghiera, che deve segnare il nostro cammino quaresimale, pieno di eventi importanti e straordinari. 
La Regina della Pace esplicita il motivo della sua venuta quotidiana sulla terra: viene per guidarci verso la Santità e le cose di Dio, ma noi siamo ancora troppo attratti dal peccato che ci attira verso le cose terrene.
Mi metto dentro questo cammino e mi ritrovo sullo stesso cammino dei discepoli di Emmaus, delusi e increduli, che tornano a casa. Quello che fa la differenza è l’improvvisa  apparizione di quel viandante misterioso, il dialogo con lui, l’invito a fermarsi. Quella presenza è attuale anche per noi ancor oggi, il dialogo-invito(la preghiera) dipendono da noi.
Abbiamo bisogno di riscoprire lo spazio e la qualità della preghiera nella nostra vita: deve diventare “gioia”, perché quel cammino diventi “semplice” per noi.
Vi benedico.
P. Armando

sabato 23 febbraio 2013

INTERVISTA A PADRE GABRIELE AMORTH DEL FEBBRAIO 2012: 
"Vi spiego come Ratzinger ha sconfitto il demonio"


Padre Amorth rivela un prodigio in Vaticano: "Due uomini erano in terra, ululavano e sbavavano.
Lui li benedisse e furono sbalzati tre metri indietro"
Padre Gabriele Amorth Paolo Rodari - Gio, 09/02/2012 ­ 08:48
Devo dire però ancora una cosa. E questa cosa riguarda Joseph Ratzinger.
L'attuale Pontefice era ai tempi della stesura del rituale «ad interim» uno dei membri della commissione
cardinalizia incaricata di scrivere il testo.
Egli è stato l'unico a ricercare e ad ascoltare il parere di noi esorcisti anche se poi purtroppo tale parere non è
stato condiviso dagli altri suoi colleghi. È una mattina di maggio dell'anno 2009. Joseph Ratzinger è Papa
già da quattro anni. Nel corso del suo pontificato ha parlato più volte di Satana. Capisco che per lui il demo-
nio è uno spirito esistente, che lotta e agisce contro la Chiesa. 
E contro di lui. Altrimenti non si spiegherebbero frasi
del genere:
«Per quanti continuano a peccare senza mostrare nessuna forma di pentimento, la prospettiva è la dannazione eterna, l'inferno,
perché l'attaccamento al peccato può condurci al fallimento della nostra esistenza. È il tragico destino che spetta a chi vive nel
peccato senza invocare Dio. Solo il perdono divino ci dà la forza di resistere al male e non peccare più. Gesù è venuto per dirci
che ci vuole tutti in paradiso e che l'inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono
il cuore al suo amore». (...)
Fa caldo in piazza San Pietro. La primavera è oramai inoltrata. Il sole picchia sulla piazza dove una folla di
fedeli aspetta il Papa. È mercoledì, il giorno dell'udienza generale. I fedeli sono arrivati da tutto il mondo.
Dal fondo della piazza entra un gruppetto di quattro persone. Due donne e due giovani uomini. Le donne so-
no due mie assistenti. Mi aiutano durante gli esorcismi, pregano per me e per i posseduti e assistono per
quanto è loro possibile i posseduti nel loro lungo e difficile percorso di liberazione. I due giovani uomini so-
no due posseduti. Nessuno lo sa. Lo sanno soltanto loro e le due donne che li «scortano».
Quel mercoledì le donne decidono di portare i due all'udienza del Papa perché pensano che potrebbero trarne
giovamento. Non è un mistero che molti gesti e parole del Papa facciano imbestialire Satana. Non è un mi-
stero che anche la sola presenza del Papa inquieti e in qualche modo aiuti i posseduti nella loro battaglia
contro colui che li possiede. I quattro si avvicinano verso le transenne in prossimità del «palco» da dove Be-
nedetto XVI di lì a poco è chiamato a parlare. (...) È importante per loro riuscire a portare i due posseduti il
più possibile vicino al Papa.
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«Avete visto, Giovanni e Marco?» chiedono le due donne ai due posseduti. «Ce l'abbiamo fatta. Tra poco
arriverà il Papa e noi siamo qui vicini a lui».
I due non parlano. Sono stranamente silenziosi. È come se coloro che li possiedono (si tratta di due demoni
diversi) stiano cominciando a capire chi di lì a poco arriverà in piazza. Suonano le dieci. Dall'arco delle
campane, il portone a fianco della basilica vaticana, esce una jeep bianca. Sopra tre uomini. Un guidatore, il
Papa in piedi e, seduto al suo fianco, il suo segretario particolare monsignor Georg Gänswein. Le due donne
si girano verso Giovanni e Marco. Istintivamente li sorreggono con le braccia. I due, infatti, iniziano ad ave-
re comportamenti strani. Giovanni trema e batte i denti. Le due donne capiscono che qualcuno sta comin-
ciando ad agire nel corpo di Giovanni e di Marco. Qualcuno che col passare dei minuti si mostra sempre più
agitato.
«Giovanni, mantieni il controllo di te stesso» dice una delle due donne.
«Mantieni il controllo, Giovanni. Non farti sopraffare. Reagisci. Mantieni il controllo». L'altra donna dice le
stesse parole a Marco.
Giovanni non sembra ascoltare le parole della donna. Salvo, d'improvviso, girarsi e dirle con voce lenta e
che sembra venire da non si sa quale mondo: «Io non sono Giovanni».
La donna non dice più nulla. Sa che con il diavolo solo un esorcista può parlare. Se lei lo facesse sarebbe
molto rischioso. Così rimane in silenzio e si limita a sostenere il corpo di Giovanni ora completamente in
mano al demonio.
La jeep gira per tutta la piazza. I due posseduti si piegano per terra. Battono la testa per terra. Le guardie
svizzere li osservano ma non intervengono.
Sono forse abituate a scene del genere? Forse sì. Forse altre volte hanno assistito alle reazioni dei posseduti
innanzi al Papa. La jeep compie un lungo percorso. Poi arriva in cima alla piazza, a pochi metri dal portone
della basilica vaticana. Il Papa scende dall'auto e saluta le persone poste nelle prime file. Giovanni e Marco,
insieme, iniziano a ululare. Sdraiati per terra ululano. Ululano fortissimo.
«Santità, santità, siamo qui!» urla al Papa una delle due donne cercando di attirare la sua attenzione.
Benedetto XVI si gira ma non si avvicina. Vede le due donne e vede i due giovani uomini per terra che urla-
no, sbavano, tremano, danno in escandescenze. Vede lo sguardo d'odio dei due uomini. Uno sguardo diretto
contro di lui. Il Papa non si scompone. Guarda da lontano. Alza un braccio e benedice i quattro. Per i due
posseduti è una scossa furente. Una frustata assestata su tutto il corpo. Tanto che cadono tre metri indietro,
sbattuti per terra. Adesso non urlano più. Ma piangono, piangono, piangono. Gemono per tutta l'udienza.
Quando poi il Papa se ne va, rientrano in se stessi.
Tornano se stessi. E non ricordano nulla. Benedetto XVI è temutissimo da Satana. Le sue messe, le sue be-
nedizioni, le sue parole sono come dei potenti esorcismi. Non credo che Benedetto XVI compia esorcismi. O
almeno la cosa non mi risulta. Credo tuttavia che tutto il suo pontificato sia un grande esorcismo contro Sa-
tana. Efficace. Potente. Un grande esorcismo che molto dovrebbe insegnare ai vescovi e ai cardinali che non
credono: costoro comunque dovranno rispondere della loro incredulità. Non credere e soprattutto non nomi-
nare esorcisti laddove ce ne è esplicito bisogno è, a mio avviso, un peccato grave, un peccato mortale. Il
modo con cui Benedetto XVI vive la liturgia. Il suo rispetto delle regole. Il suo rigore. La sua postura sono
efficacissimi contro Satana. La liturgia celebrata dal Pontefice è potente. Satana è ferito ogni volta che il Pa-
pa celebra l'eucaristia.
Satana molto ha temuto l'elezione di Ratzinger al soglio di Pietro. Perché vedeva in lui la continuazione del-
la grande battaglia che contro di lui ha fatto per ventisei anni e mezzo il suo predecessore, Giovanni Paolo
II. Il Papa che, lui sì, faceva esorcismi.

lunedì 18 febbraio 2013

Lavorate per la salvezza del mondo...

Messaggio del 25 maggio 2008


Cari figli,
in questo tempo di grazia, in cui Dio mi ha permesso di essere con voi, di nuovo vi invito, figlioli, alla conversione.
Lavorate per la salvezza del mondo in modo particolare mentre sono con voi.
Dio è misericordioso e dona grazie particolari e per questo chiedetele attraverso la preghiera.
Io sono con voi e non vi lascio soli. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. Regina della Pace.

tratto da: Informazioni da Medjugorje


__._,_.___

domenica 17 febbraio 2013

BUONA DOMENICA E BUONA GIORNATA COI DUE CUORI

BUONGIORNO A TUTI GLI AMICI CHE CI SEGUONO, E ANCHE A CHI CI LEGGE PER LA PRIMA VOLTA.
OGGI E' LA PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA E IL SIGNORE GESU' INSIEME ALLA SUA MAMMA MARIA CI COCCOLA E CI CONSOLA PER LA SETTIMANA PASSATA E PER LA NUOVA SETTIMANA CHE SI PREPARA.
AFFIDIAMO AI LORO DUE CUORI OGNI NOSTRA SITUAZIONE, OGNI NOSTRO SFORZO, OGNI NOSTRA PREOCCUPAZIONE, RICORDANDO DI VIVERE OGNI GIORNO IL PRESENTE CON CRISTO GESU' NOSTRA LUCE E MAMMA MARIA NOSTRO FARO DI CAMMINO.
PACE E BENE A TUTTI E BUONA DOMENICA...
ANNA MARIA

sabato 9 febbraio 2013

PREGHIAMO X QUESTI ANGELI


LA NOSTRA COMUNITA' DI PARTANNA MONDELLO E' STATA COLPITA DA UN GRAVE LUTTO PER LA TRAGICA DISGRAZIA DOMESTICA DI GIOVANNA E DELLA SUA PICCOLA REBECCA. TUTTI SIAMO UNITI NEL DOLORE E NELLA COMPASSIONE DELLA FAMIGLIA, E CI METTIAMO IN PREGHIERA COL ROSARIO PER CHIEDERE A MARIA SANTISSIMA LA GRAZIA DI CONFORTARE IL DOLORE E LA PERDITA. PACE

Le nostre testimonianze e le nostre contro-testimonianze

Mi è piú facile partire dalle nostre contro-testimonianze, che sono opera nostra, che dalle nostre testimonianze, che sono frutto della nostra collaborazione con la Grazia di Dio.
Anche considerando la realtà di Medjugorje, le nostre contro-testimonianze mi sembra possano essere raccolte in tre grandi gruppi:
1-    Il protagonismo:
E domandiamoci da subito: perché diciamo o non diciamo, poniamo o non poniamo una determinata azione? E’ proprio solo e tutto per la gloria di Dio?  O non è per imporre velatamente le nostre idee e convinzioni, per una nostra affermazione? E non è che qualche volta lo facciamo o non facciamo qualcosa per esaltare qualche aspetto della nostra vita? Permettetemi un ricordo personale. Nelle feste particolarmente solenni, il mio coro parrocchiale eseguiva dei canti propri, che davano, certo, lustro alle funzioni liturgiche particolari. Tutti eravamo contenti e le congratulazioni erano molto gradite, ma un confratello, mi sussurrava all’orecchio, senza cattiveria né invidia, ne sono certo, ma con molto umorismo: “Eh, la glorietta!..” Come era vera questa benevola osservazione! Quante volte ci piace sentire che gli altri ci stimano, apprezzano i nostri interventi, il nostro operato! Da qui nasce quella contro-testimonianza che guasta anche tante vite e perfino un luogo particolare quale puó essere Medjugorje!..perché tutti corriamo questo pericolo!..
2-    Il business:
E’ un piccolo tarlo che si insinua nei Gruppi medjugorjani e non, e che allontana coloro che osservano la nostra Fede, perché si insinua il dubbio dei  nascosti e facili guadagni economici, di un qualche interesse perché  “nessuno fa mai niente per niente”!.. anche nelle persone piú innocue come potrebbero essere i veggenti, oltre che i consacrati! Ricordo che un parroco constatava la riuscita di una predica, di una iniziativa dalla quantità delle offerte. Nei gruppi parrocchiali e non, si ha sempre una particolare attenzione alle offerte, che ci vogliono!, ma che non sono davvero la  cosa piú importante!.. Io spero di non far mai nulla per questo scopo, anche non dichiarato, anche inconscio. Ma so che tutti corriamo questo pericolo, nella ricerca di interessi terreni e anche nell’attaccamento alle cose della terra!
3-    Le disobbedienze piú o meno formali:
Quante volte rischiamo di celebrare i nostri incontri senza tener conto delle indicazioni della Chiesa, perché “non fanno male a nessuno”, perché ci sono dei buoni obiettivi da raggiungere, come: una migliore preghiera, una piú facile fraternità, una conversione, una guarigione importante!.. Quante volte ci concediamo piccole trasgressioni perché nessuno ci vede, perché tutti fanno cosí, perché.. perché.. perché qualcosa si è scollato dentro di noi, e allora si forma nel nostro cuore una piccola crepa, che poi non controlleremo piú e che farà saltare altro che una diga!.. Penso al potere delle piccole cose sia nel bene che nel male! Aver cura di esse è un segreto di Santità. Ricordo di aver letto in seminario una bella composizione spirituale: “Sfumature per Gesú”. Sono disponibili anche in Internet, con firma di Don MAURO MARIA SANTOLINI o.s.b.
E cosí, si rischia di distruggere lo stesso Progetto di Dio, e, con le migliori intenzioni, riusciamo a distruggere perfino il mondo di Medjugorje!..

Ma ora veniamo alla “testimonianza” alla quale la Regina della Pace ci invita.
Credo che debba passare prima di tutto dalla nostra mente e dal nostro cuore non come frutto di un nostro impegno umano, quanto di una apertura alla Grazia di Dio, che vuole servirsi di noi. Essa è una chiamata per suscitare la Fede. Per questo Paolo VI diceva che il mondo, anche oggi, ha bisogno piú di testimoni che di maestri.
“Diventare testimoni autentici” è frutto di un desiderio profondo del cuore, segno di una chiamata, che si fa preghiera e disponibilità a fare sempre e in tutto la Volontà di Dio.
“Testimoni autentici” si diventa per una speciale grazia di Dio, che si serve dei piccoli e dei poveri, forse incapaci di compiere grandi opere, ma disponibili ad essere abitati da Lui, come la Vergine Maria, come i Martiri della Chiesa.
Il “Martirio” è la “Testimonianza piú grande” ed è frutto di una straordinaria Grazia di Dio, che non è data a tutti e che anzi alcuni rifiutano. Martirio significa appunto “Testimonianza”.
In genere una testimonianza nasce dall’aver vissuto una qualsiasi esperienza da raccontare o da trasmettere. Gli Apostoli diventano testimoni di un vissuto con Gesú. E anche noi, se viviamo davvero con Gesú, diventeremo suoi testimoni. Se viviamo con il mondo e come il mondo, trasmetteremo un altro tipo di testimonianza, perché diverso è il nostro vissuto, diverso da quello cristiano.
In questo tempo la Regina della Pace ci ha invitato a una testimonianza trasparente, viva, gioiosa della nostra Fede, che trasmetta la Fede al mondo. Ecco allora che la testimonianza nasce da un incontro con Dio nella preghiera, e si manifesta in una forma di Amore molto impegnativo come puó essere il perdono, l’amore verso i nemici, e ci rende sempre piú simili al Figlio di Dio, il Quale, sulla Croce, “non perdona da superuomo”, ma “invoca il perdono” del Padre Celeste sui suoi crocifissori (cfr. Lc. 23,34). Quel gesto sarà ripetuto dal protomartire Stefano (cfr. At. 7, 60), e da tanti piccoli e grandi Martiri di ogni tempo e di ogni luogo, di ogni estrazione sociale e di ogni età, uomini e donne. Permettetemi di menzionare S. Maria Goretti, la Beata Pierina Morosini, Santa Gianna Teresa Molla, San Massimiliano Kolbe, il Beato Giovanni Paolo II. E vorrei ricordare che i Religiosi e le Religiose sono chiamati/e ad essere “testimoni dell’Invisibile”. Sarà  grande la schiera dei martiri e dei testimoni sconosciuti, che scopriremo nell’eternità. Ci auguriamo di essere anche noi nelle file di questa impensata schiera celeste!..
Credo che per noi sia importante ora aprire il cuore all’azione di Dio in noi, prima di tutto nella preghiera, e nel metterci a sua completa disposizione per i suoi progetti e per le sue opere!.. Ecco allora quanto è logico che la Regina della Pace ci chieda di Consacrarci a Lei. Ma qui occorre aprire un’altra serie di riflessioni altrettanto importanti e serie! Intanto, in questo tempo, rileggiamo con calma il Magnificat..
Vi benedico.
P. Armando

Messaggio del 2 febbraio 2013 a Mirjana con commento di padre Armando


Messaggio del 2 febbraio 2013

"Cari figli, l'amore mi conduce a voi, l'amore che desidero insegnare anche a voi: il vero amore. L'amore che mio Figlio vi ha mostrato quando è morto sulla croce per amore verso di voi. L'amore che è sempre pronto a perdonare e a chiedere perdono. Quanto è grande il vostro amore? Il mio Cuore materno è triste mentre nei vostri cuori cerca l'amore. Non siete disposti a sottomettere per amore la vostra volontà alla volontà di Dio. Non potete aiutarmi a far sì che coloro che non hanno conosciuto l'amore di Dio lo conoscano, perché voi non avete il vero amore. Consacratemi i vostri cuori ed io vi guiderò. Vi insegnerò a perdonare, ad amare il nemico ed a vivere secondo mio Figlio. Non temete per voi stessi. Mio Figlio non dimentica nelle difficoltà coloro che amano. Sarò accanto a voi. Pregherò il Padre Celeste perché la luce dell'eterna verità e dell'amore vi illumini. Pregate per i vostri pastori perché, attraverso il vostro digiuno e la vostra preghiera, possano guidarvi nell'amore. Vi ringrazio."

Commento personale:

Questo insegnamento, molto bello, profondo e impegnativo, della Regina della Pace di oggi ha come tema “il vero amore”, mostrato prima di tutto da Gesú sulla Croce, quando ha dato la vita per noi, “mentre eravamo ancora nemici” (cfr. Rom. 5, 6-10),  e quando, sulla Croce, ha perdonato i suoi crocifissori (Lc. 23, 34).
“L’Amore vero è quello che è sempre pronto a perdonare e a chiedere perdono.” Queste parole mi sorprendono, non tanto per l’invito a perdonare, che è già contenuto in tante parole esplicite di Gesú: “Perdonate e vi sarà perdonato..” (Lc. 6, 36-38), “Perdonate fino a settanta volte sette.” (Mt. 18, 21-35).. o riferite in Efesini 4, 26: “Non tramonti il sole sulla vostra ira.”, quanto per il fatto di “chiedere perdono”. A volte infatti diciamo: “Se lui/lei non chiede perdono, non la passa liscia!” e penso al perdono di Gesú sulla Croce. In quell’occasione i capi e i soldati non gli hanno chiesto perdono, ma Lui ha perdonato tutti lo stesso, nella gratuità.
Quando subiamo un torto, la prima reazione è quella di pensare alla nostra persona, alla nostra ferita, allo squilibrio che è venuto a stabilirsi in noi e diciamo: “Questo non è giusto!” La tentazione è di volerci fare giustizia da soli, da noi stessi, di “pensarci noi”!... La Regina della Pace ci invita invece a non temere per noi stessi. Lei ci ricorda che Gesú non ci lascia nella difficoltà, che anche Lei è accanto a noi. Quante volte il Signore ha detto ai suoi consacrati: “Non temere! Io saró sempre con te.” Quello che dobbiamo seguire non è dunque l’istinto della natura, ma la Verità Eterna che l’Amore vince: la vendetta, la violenza.. saranno sempre perdenti.
Constato che ci sono persone che non sanno chiedere perdono e che di fatto non lo chiedono mai. Sono delle povere persone, che non conoscono la gioia della verità, la gioia del primo passo, e che cosí vivono male.
Dal perdono, dato e chiesto, nasce la pace! Dal perdono, dato e chiesto nascono rapporti nuovi. Dal perdono, dato e chiesto, nasce la “Nuova Civiltà dell’Amore”. Ricordo le parole del canto che si sente spesso a Medjugorje: “Se vuoi la pace, guarda a Gesú!..”
C’è poi un’altra cosa molto importante legata al perdono: la testimonianza verso coloro che non conoscono ancora l’Amore di Dio, nasce dall’Amore vero che è: perdonare e chiedere perdono. Quanto è grande e contagiosa la forza del perdono! Per questo come è bella la testimonianza del papà di una delle vittime delle “bestie di satana”, che perdona, perché “l’odio non è nel suo dna”!
Ci domandiamo anche noi allora: “Quanto è grande il nostro Amore?” Lei lo cerca ma, con tristezza, non lo trova, perché non siamo disposti a sottometterci alla Volontà di Dio: non siamo disposti a perdonare, ad amare il nemico, (cfr. 5, 44), a imitare Gesú. Per questo non puó servirsi di noi come suoi collaboratori!!!
Per questo ci invita ancora a “Consacrare a Lei i nostri cuori”, invitandoci quasi a entrare di nuovo nel suo grembo materno, che è là, ai piedi della Croce, perché lei possa generarci di nuovo, e farci sempre piú simili a Gesú.
Il Messaggio si conclude con un invito alla preghiera e, questa volta, anche al digiuno, per i nostri pastori, non tanto per la loro vita quanto per i contenuti e le modalità della loro  predicazione. E’ dovere di tutti, ma è soprattutto loro compito preciso e precipuo la predicazione e l’insegnamento della Parola di Gesú. I nostri pastori sono oggi presi invece da mille incombenze e tutti chiedono a loro di tutto e di piú, a scapito del loro primo dovere: annunciare Cristo, morto e risorto, come Pietro, Paolo e i grandi Evangelizzatori.
Quanti interrogativi!.. quante riflessioni.. e quanti passi ci restano ancora da fare!..
La Regina della Pace è con noi e ci accompagna: questo ci conforta e illumina il nostro cammino.
Vi benedico.
P. Armando
tratto da Informazioni di Medjugorje